Chi siamo

gruppo ragni Il gruppo rocciatori Ragni nasce il 19 Settembre 1945 ad opera della guida alpina Duilio De Polo....

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Antelao

Salita della canalone Opel fino in vetta all'Antelao (3263mt) discesa con gli sci dal canalone Menini..

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Amadablan

Vetta dell'Ama Dablam Spedizione del Ragno e Guida Alpina Ferruccio Svaluto Moreolo in Nepal con obbiettivo la cima dell'Ama Dablan

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“RAGAZZI DELLA PALESTRA DI ROCCIA DI LOZZO”

Scritto da Giuliano in . Inviato in Incontri, Senza categoria, Storia

La falesia di Lozzo di Cadore è attualmente fruibile grazie al lavoro dei Ragni in particolare di GianMario Meneghin per “la pulizia” dell’area d’arrampicata, e dalla guida Alpina
Alex Pivirotto per la messa in sicurezza dell’accesso alle pareti.

Paolo Schiavina – Sezione di Lorenzago di Cadore – Articolo della rivista DOLOMITI BELLUNESI
Lozzo, piccolo e ridente paesino del Cadore, tanto offre al turista in tutte le stagioni: il Pian dei Buoi, rinomato altipiano a più di 1700 metri alle pendici delle Marmarole, offre a chiunque un posto di appoggio per escursioni e arrampicate di qualsiasi livello, e rifugi di altissimo valore tecnico.
I vari sentieri botanici (“Tita Poa” e altri) e le varie bellezze naturali attirano in estate flotte di villeggianti di qualsiasi ceto, nazione ed età. Ma più di tutto, da alcuni anni è attiva una splendida palestra di roccia, frequentata principalmente da arrampicatori di elevato livello (la via più semplice è un 6a+), che si ritrovano in tutte le stagioni ad esprimere le proprie capacità. La roccia è un conglomerato interglaciale, quindi costituito da appigli rotondi e sfuggenti oppure da larghi buchi (dove il sasso è saltato via). Le difficoltà vanno dal 6°+ fino all’8a nella parte più strapiombante della palestra; ed è proprio di un gruppo di “ragazzi” locali che vogliamo parlare.
L’età media è dai 40 anni in su; quasi tutti arrivano dopo il lavoro con furgoni o auto, soprattutto se piove, perché la palestra è strapiombante… «e si arrampica senza bagnarsi», dicono. La cosa impressionante è l’umiltà e la gentilezza quando ti chiedono di posteggiare l’auto sul tuo prato; e quando gli dici «ci mancherebbe… ho tagliato l’erba apposta» ti salutano con simpatia e il tipico «se vedon dopo, sane e grasie».
Ed è qui in uno dei tanti incontri, che, al ritorno dalla palestra, vedo un tipo “strano”, petto nudo,
pantaloncini corti, poco più giovane di me, e gli urlo «Vosto vegnì a bee argo?» («Vuoi venire a bere qualcosa?») Non sono cadorino, ma dopo oltre cinquantacinque anni di frequentazione, di iscrizione al Cai di Lorenzago, tre baite, un appartamento a Lorenzago, una vecchia storia di soccorso alpino (quando ancora non c’era l’elicottero), una ferrata montata sul Cridola, un matrimonio alla chiesetta delle Tre Cime… un po’ di cadorino lo mastico!
Il tipo si presenta: pantaloncini, senza maglietta, capelli lunghi, al vento, braccia possenti e pettorali ben evidenti. Mi è subito simpatico, perché assomiglia a mio figlio Riccardo. Mi dice che è “vecchio” e in pensione: riconosco in lui l’idraulico che oltre vent’anni fa mi ha fatto l’impianto del gas nell’appartamento a Lorenzago, poi capisco che è qualcuno in più, e solo allora mi dice: «Sono Icio, Maurizio Dall’Omo!»
Adesso è tutto chiaro!
Gli offro un’ombra” e ci mettiamo a parlare: esattamente l’opposto dei tipici scalatori pieni di sé, che raccontano le loro avventure: per farlo parlare un po’ servono più “ombre”, è schivo e sereno e ti racconta piano piano le sue avventure e scalate, sempre sminuendole e quasi… con timore!
Poi arrivano gli altri “ragazzi”, tutti dello stesso stampo: Matteo, da alcuni mesi
arrampica con Icio nel tempo libero e già fa il 7c; il “baronetto” di Domegge, sereno e tranquillo; il comelicese Doriguzzi, educatissimo e fortissimo ad arrampicare:
Ghin, già capo del Soccorso Alpino locale e che apre vie su vie, poi altri ragazzi del posto che frequentano la palestra.
Arrivano ancora giovani tranquilli, puliti, sereni, dai 25 ai 30 anni: riconosco il figlio del Presidente del Cai di Pieve di Cadore, la figlia del mitico e compianto
Ferruccio Svaluto Moreolo, Fanno subito amicizia e si uniscono al gruppo dei
“vecchi”; alla faccia dei boomer! E mentre Icio pian piano si trova a suo agio e racconta la sua filosofia di vita e cosa significa per lui arrampicare e rispettare la montagna, giungono anche i più giovani, trentenni che imparano, chiedono, si confrontano, bevono..
In una realtà industriale, questo si tradurrebbe in vero e proprio “team building”, ma Icio non vuole mostrarsi al grande pubblico, e preferisce raccontare del suo nuovo “fortino” appena scoperto sul Tudaio, spiegando le vie appena aperte.
E “vecchio”, dice, e non va oltre… l’8°, «la montagna va rispettata e la paura ti salva..»

APERI-CENA DI FINE ANNO

Scritto da Giuliano in . Inviato in Incontri, Senza categoria

Bellissima serata di Sabato 16 dicembre 2023 in compagnia del Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore, con i soci Ordinari e i soci Onorari ed alcuni Amici collaboratori e amici del sodalizio nel ristorante “La Pineta” a Praciadelan di Calalzo di Cadore. Il neo presidente Flavio Fiori “Moretto” ha presentato i nuovi Ragni Betty Da Deppo e Enrico Gatto. Sono stati presentati i componenti del nuovo direttivo del triennio 2023 – 2026 con il vice Presidente Alex Pivirotto, e confermato Segretario Giuli Baracco con i consiglieri: GianMario Meneghin, Marco Tabacchi, Angelo Dolmen e Marco Traina. Si ringraziano tutti i Ragni. Vi aspettiamo tutti al prossimo ritrovo in compagnia.

Nella Struttura d’arrampicata a Cortina360 da Sx: Alex Pivi, Angelo Dolmen, il Presidente Flavio “Moretto” Fiori, Marco Tabacchi, Enrico Gatto e la promessa Simone De Martin.

ANTELAO SKI ALP 2024

Scritto da Giuliano in . Inviato in Alpinismo, Incontri, Senza categoria, Ski-alp

Aspettando la data dell’evento

E’ un percorso sci alpinistico ad anello, tracciato e messo in sicurezza dalle guide del gruppo per dare la possibilità a tutti gli appassionati, che abbiano le caratteristiche minime richieste all’iscrizione, di poter svolgere una gita in autonomia su queste splendide montagne assistiti dai professionisti. Dynafit Tuttosport SNC SPORTLER Calalzo Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSAS Cadore Dolomiti Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore

La CRODA BIANCA…il Cervino del Cadore

Scritto da Giuliano in . Inviato in Alpinismo, Senza categoria, Vie nuove

Enorme montagna delle Marmarole che ti da il benvenuto già salendo dalla pianura.
Quante volte ogni la guardo passando sulle strade dei nostri paesi..
Quante volte ci sono passato sotto sul sentiero che va dal Rif. Bajon al rif. Chiggiato e viceversa o magari passando sulle sue cengie..
“Aprire una via nuova li deve essere una figata” ho sempre pensato..
Be uno di quei giorni che vai per montagna senza molte idee in testa, mi son trovato a girare su per il Vallon del Froppa e ho visto sta specie di avancorpo (cosi credevo io)che era circa un terzo della parete sul
versante verso la Cresta d’Aieron.
Sotto una pioggia estiva,(con l’ombrello come il peggiore degli alpinisti della domenica) mi son messo a cercare una linea di salita che comprendesse una via accettabilmente interessante e con roccia buona.
Arrivato prima di questo pilastro, visto che la pioggia stava diventando temporale, mi sono riparato in un piccolo “Landro” che era perfettamente riparato e asciuttissimo.
Faccio per sedermi appoggiando la mano a terra senza vedere che c’era un CARDO stupendo, che come tutti sanno è bellissimo, forte e intoccabile appunto perché pieno di aculei, mi tiro su di scatto come fossi
saltato su una bomba, guardo il palmo ed era come fossero state tatuate due labbra da tante spine erano piantate.
Li ho pensato tra me e me ”ho anche già il nome della via, IL BACIO DEL CARDO devo proprio provar a aprire una linea su qua.”
Così rannicchiato tra ginocchia e mento.. ho aspettato che spiovesse, fatto due foto alla parete e son tornato verso casa progettando il da farsi.
In più viaggi e un po alla volta ho portato nel “Landro” il materiale che mi sarebbe servito per cominciare sto nuovo cantiere, assumendo per la manovalanza anche la mia nipotina Maria Dalla Fontana, cresciuta
anche lei tra queste montagne e adesso chirurgo veterinario in Gran Bretagna.
Con lei ho aperto il primo tiro e poi causa la batteria del trapano finita nel ghiaione, siamo scesi posticipando ancora la progressione della via.
In un’altra giornata scalando da solo ho aperto in auto sicura altri due tiri, e poi durante il raduno dei gruppi alpinistici delle dolomiti “Dolomia”(la quale organizzazione quest’anno era stato fatto dal Gruppo a cui
appartengo Gruppo Ragni di Pieve di Cadore) assieme a Mauro Devich un carissimo amico, nonché Guida Alpina del Ufficio Guide di Cortina D’Ampezzo e appartenente ai Caprioli di San Vito di Cadore, abbiamo
aperto altri 5 tiri.
Ci aspettavamo di finire quello che sembrava un avancorpo staccato dalla parete, ma arrivati ad una cengia e fatto un altro tiro abbiamo realizzato che quello che si vedeva dal sentiero era solo uno sperone e che la
parete dove stavamo salendo era integra e proseguiva per altri due terzi.

Finiti batterie e spit ci siamo calati con l’intento di tornare al più presto per continuare ma il maltempo e
poi il ghiaccio sulla strada per pian dei buoi ci hanno costretti a desistere.
Per ora pubblichiamo sti tiri, poi vediamo se a primavera troveremo la voglia e il tempo magari ci riserviamo
di continuare li dove abbiamo lasciato sta via che, senza pretese, potrebbe essere un bel passare una giornata in un ambiente favoloso.

Il nostro Ragno Gianmario Meneghin con l’Amico Mauro Devich

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