
Solo per un sorriso
Nuova via di ghiaccio sulla Croda di Cacciagrande nel Gruppo del Sorapiss
Difficoltà: WI 5+ 170m
Primi salitori: Francesco Rigon e Mirco Grasso
Materiale: 10 viti da ghiaccio (anche corte) e una serie di Friend (misure dal 0,4 al 3 BD)
Accesso: Dalla Loc. Valbona, raggiungibile da Auronzo di Cadore lungo la SR48 direzione Misurina parcheggiando all’ex hotel Cristallo 1350m, seguire il segnavia 217 fino al rif. Vandelli (bivacco invernale con 6 posti). Proseguire brevemente per il sentiero che porta alla ferrata Vandelli e appena giunti su terreno aperto piegare verso Nord. Per terreno morenico giungere a quel che resta del ghiacciaio centrale e rimontare l’anfiteatro del ghiacciaio fino al suo culmine (3-4h in funzione dell’innevamento). Per guadagnare l’attacco vero e proprio bisogna risalire un evidente rampa canale sulla sinistra e attraversa su terreno moderatamente ripido verso destra fino alla base della evidente cascata (1h da affrontare solo con nevi assestate)
Descrizione dei tiri:
- Salire la goulotte con andamento semicircolare prima a destra e poi verso sinistra fino alla base del muro di ghiaccio. Sosta su due chiodi. AI3 M 60m
- Salire il muro di ghiaccio e proseguire per la colonna soprastante fino ad un ripiano sulla sinistra dentro un camino. Sosta da attrezzare su 3 friend (misure BD 1 2 3). WI5+ 50m
- Proseguire per la colata verticale a destra della sosta fino a raggiungere terreno più appoggiato. Sosta su ghiaccio alla base del tiro successivo. WI5 35m
- Salire il muro di ghiaccio dell’ultimo tiro sul margine destro fino a raggiungere una nicchia. Sosta su 2 chiodi al margine destro della nicchia. WI 5+ M 30m
Discesa: In doppia lungo la via. La prima doppia su chiodi (40m). La seconda su abalakov da attrezzare sopra il muro verticale del 3° tiro (55m) fino alla prima sosta. Ultima doppia su chiodi (60m).
Breve racconto:
È da un po’ di tempo che avevo voglia di mettere il naso in questo angolo sperduto delle dolomiti, e la settimana scorsa durante una gita di scialpinismo sui Cadini di Misurina intravedo una linea di ghiaccio sul Sorapiss, e il sogno di questa salita inizia a nascere.
Il Mircone non vedeva l’ora di ingaggiarsi in una nuova avventura, così sabato sera viene a dormire da me e alle 6 di domenica (19/12/2023) siamo in partenza da Valbona carichi come i muli. Sì perché avevamo il materiale per una salita dal carattere incognito e pure i parapendii per una discesa agevole.
L’avvicinamento non ha nulla da invidiare a quelli patagonici, ci impieghiamo 5h ad aprirci la strada fino all’attacco, e un’altra per risalire lo zoccolo.
Siamo stanchi morti, ma appena iniziamo a scalare il morale si rialza, la linea si rivela molto più interessante e impegnativa di quello che sembrava dal basso, la scalata è entusiasmante ed ingaggiosa.
In sosta all’ultimo tiro, dopo un po’ di brainstorming su come fare a costruire un ancoraggio senza lasciare 4 friend da abbandono, riusciamo a piantare 2 chiodi bomba e finalmente esplode la gioia per aver concluso questa bella salita.
Iniziamo le calate con un tramonto meraviglioso, purtroppo quel tramonto sarebbe stato ancora più bello visto sotto la vela durante una piacevole planata fino alla macchina. Ma poco male arriviamo al deposito materiale che è già buio e iniziamo la “breve” discesa che in 3h ci riporta alla macchina.
Il nome nasce da una riflessione che abbiamo fatto lungo la discesa… È incredibile quello che siamo disposti a fare per una prima salita. Tutta quella fatica per qualcosa che forse, visto da fuori, non vale neanche molto…ma va vissuto, ed ecco che diventa gioia pura. Ho pensato di dedicare il nome della via a mio figlio Pietro; vuole senza pretese essere una metafora di quello che un genitore è capace di fare, in cambio anche solo di un sorriso del proprio figlio.
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“RAGAZZI DELLA PALESTRA DI ROCCIA DI LOZZO”
La falesia di Lozzo di Cadore è attualmente fruibile grazie al lavoro dei Ragni in particolare di GianMario Meneghin per “la pulizia” dell’area d’arrampicata, e dalla guida Alpina
Alex Pivirotto per la messa in sicurezza dell’accesso alle pareti.
Paolo Schiavina – Sezione di Lorenzago di Cadore – Articolo della rivista DOLOMITI BELLUNESI
Lozzo, piccolo e ridente paesino del Cadore, tanto offre al turista in tutte le stagioni: il Pian dei Buoi, rinomato altipiano a più di 1700 metri alle pendici delle Marmarole, offre a chiunque un posto di appoggio per escursioni e arrampicate di qualsiasi livello, e rifugi di altissimo valore tecnico.
I vari sentieri botanici (“Tita Poa” e altri) e le varie bellezze naturali attirano in estate flotte di villeggianti di qualsiasi ceto, nazione ed età. Ma più di tutto, da alcuni anni è attiva una splendida palestra di roccia, frequentata principalmente da arrampicatori di elevato livello (la via più semplice è un 6a+), che si ritrovano in tutte le stagioni ad esprimere le proprie capacità. La roccia è un conglomerato interglaciale, quindi costituito da appigli rotondi e sfuggenti oppure da larghi buchi (dove il sasso è saltato via). Le difficoltà vanno dal 6°+ fino all’8a nella parte più strapiombante della palestra; ed è proprio di un gruppo di “ragazzi” locali che vogliamo parlare.
L’età media è dai 40 anni in su; quasi tutti arrivano dopo il lavoro con furgoni o auto, soprattutto se piove, perché la palestra è strapiombante… «e si arrampica senza bagnarsi», dicono. La cosa impressionante è l’umiltà e la gentilezza quando ti chiedono di posteggiare l’auto sul tuo prato; e quando gli dici «ci mancherebbe… ho tagliato l’erba apposta» ti salutano con simpatia e il tipico «se vedon dopo, sane e grasie».
Ed è qui in uno dei tanti incontri, che, al ritorno dalla palestra, vedo un tipo “strano”, petto nudo,
pantaloncini corti, poco più giovane di me, e gli urlo «Vosto vegnì a bee argo?» («Vuoi venire a bere qualcosa?») Non sono cadorino, ma dopo oltre cinquantacinque anni di frequentazione, di iscrizione al Cai di Lorenzago, tre baite, un appartamento a Lorenzago, una vecchia storia di soccorso alpino (quando ancora non c’era l’elicottero), una ferrata montata sul Cridola, un matrimonio alla chiesetta delle Tre Cime… un po’ di cadorino lo mastico!
Il tipo si presenta: pantaloncini, senza maglietta, capelli lunghi, al vento, braccia possenti e pettorali ben evidenti. Mi è subito simpatico, perché assomiglia a mio figlio Riccardo. Mi dice che è “vecchio” e in pensione: riconosco in lui l’idraulico che oltre vent’anni fa mi ha fatto l’impianto del gas nell’appartamento a Lorenzago, poi capisco che è qualcuno in più, e solo allora mi dice: «Sono Icio, Maurizio Dall’Omo!»
Adesso è tutto chiaro!
Gli offro un’ombra” e ci mettiamo a parlare: esattamente l’opposto dei tipici scalatori pieni di sé, che raccontano le loro avventure: per farlo parlare un po’ servono più “ombre”, è schivo e sereno e ti racconta piano piano le sue avventure e scalate, sempre sminuendole e quasi… con timore!
Poi arrivano gli altri “ragazzi”, tutti dello stesso stampo: Matteo, da alcuni mesi
arrampica con Icio nel tempo libero e già fa il 7c; il “baronetto” di Domegge, sereno e tranquillo; il comelicese Doriguzzi, educatissimo e fortissimo ad arrampicare:
Ghin, già capo del Soccorso Alpino locale e che apre vie su vie, poi altri ragazzi del posto che frequentano la palestra.
Arrivano ancora giovani tranquilli, puliti, sereni, dai 25 ai 30 anni: riconosco il figlio del Presidente del Cai di Pieve di Cadore, la figlia del mitico e compianto
Ferruccio Svaluto Moreolo, Fanno subito amicizia e si uniscono al gruppo dei
“vecchi”; alla faccia dei boomer! E mentre Icio pian piano si trova a suo agio e racconta la sua filosofia di vita e cosa significa per lui arrampicare e rispettare la montagna, giungono anche i più giovani, trentenni che imparano, chiedono, si confrontano, bevono..
In una realtà industriale, questo si tradurrebbe in vero e proprio “team building”, ma Icio non vuole mostrarsi al grande pubblico, e preferisce raccontare del suo nuovo “fortino” appena scoperto sul Tudaio, spiegando le vie appena aperte.
E “vecchio”, dice, e non va oltre… l’8°, «la montagna va rispettata e la paura ti salva..»
FOTO GRUPPO RAGNI

MARMAROLE
Bellissima roccia in MARMAROLE….. con la guida alpina del Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore: Francesco Rigon. Francesco Rigon
Cadore Dolomiti


APERI-CENA DI FINE ANNO
Bellissima serata di Sabato 16 dicembre 2023 in compagnia del Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore, con i soci Ordinari e i soci Onorari ed alcuni Amici collaboratori e amici del sodalizio nel ristorante “La Pineta” a Praciadelan di Calalzo di Cadore. Il neo presidente Flavio Fiori “Moretto” ha presentato i nuovi Ragni Betty Da Deppo e Enrico Gatto. Sono stati presentati i componenti del nuovo direttivo del triennio 2023 – 2026 con il vice Presidente Alex Pivirotto, e confermato Segretario Giuli Baracco con i consiglieri: GianMario Meneghin, Marco Tabacchi, Angelo Dolmen e Marco Traina. Si ringraziano tutti i Ragni. Vi aspettiamo tutti al prossimo ritrovo in compagnia.
Il neo Presidente Ragni Flavio “Moretto” Fiori, nel suo primo discorso ufficiale. Il vice Presidente Alex Pivi tra ospiti e soci Onorari e Ordinari Enrico Gatto. Nuovo socio ordinario. Betty Da Deppo. Nuova Socia Ordinaria.

ANTELAO SKI ALP 2024
Aspettando la data dell’evento
E’ un percorso sci alpinistico ad anello, tracciato e messo in sicurezza dalle guide del gruppo per dare la possibilità a tutti gli appassionati, che abbiano le caratteristiche minime richieste all’iscrizione, di poter svolgere una gita in autonomia su queste splendide montagne assistiti dai professionisti. Dynafit Tuttosport SNC SPORTLER Calalzo Soccorso Alpino e Speleologico Veneto – CNSAS Cadore Dolomiti Gruppo Rocciatori Ragni Pieve di Cadore
